
Una fanfiction? Cosa sarà mai 'sta robaccia?
Letteralmente è la stesura di uno scritto (fiction) a opera di un fan. Fan di cosa?
Di qualunque cosa esista al mondo.
Il fanwriting non ha confine. Si può scrivere riguardo ai film, ai telefilm, agli attori, ai cantanti, ai libri, ai manga, agli anime, ai presentatori tv, ai videogiochi, ai personaggi di ruolo, al commercialista sotto casa e all’avvocato al di là della strada, agli oggetti per la casa e alle foglie che stanno sullo stesso picciolo sul ramo dell’albero. È insomma un mondo dagli spazi infiniti dove la libertà è racchiusa nella mente del fan, che scriverà la sua storia come più gli piace, forse rielaborando, forse continuando, forse presagendo.
Questo articolo non ha lo scopo di andare nel dettaglio e srotolare la mia conoscenza sul mondo delle fanfictions, poiché non sarebbe sufficiente un solo post ma ne occorrerebbero almeno otto, nove e dieci per essere esaustiva su un argomento molto vasto.
No, lo scrivo per spezzare una lancia a favore del fanwriting, e per raccontare a chi non ha mai avuto occasione di conoscere questa pratica quali sono gli aspetti positivi per la scrittura e la crescita creativa in sé. In Italia il più famoso portale per le fanfictions è senz’altro EFP, che con più di 350.000 iscritti è un luogo virtuale di ritrovo per chi cerca storie –comprese le originali vista la sezione dedicata– relative alle proprie affinità.
Ma ne esistono altre, forse più di nicchia, alcune più specializzate: abbiamo Fanworld.it che come il primo menzionato contiene un pentolone di diversi generi e argomenti per tutti i palati e gli occhi; abbiamo poi nocturnealley.org, specializzato nell’ambito di Harry Potter; per non parlare di AO3 (Archive for Our Own) sito internazionale dove gli utenti italici (e non solo) più poliglotti si godono fiction senza alcune delle restrizioni più o meno presenti invece nei precedenti archivi. E ancora Wattpad, dove io stessa scrivo, e che un pochino mi delude negli ultimi tempi… aspetto che migliori.
Senza contare i forum, i blog, le community a tema e non, piazze virtuali che a seconda delle ship (le coppie) o del fandom (l’argomento, per così dire) hanno seguiti e fedelissimi che scrivono la loro storiellina inventata.
Ecco una semplice e dignitosa ammissione: sono una fanwriter.
Ho cominciato a sperimentare il mio stile di scrittura e le mie preferenze sui generi da affrontare attraverso le fanfictions. Perché? Perché sì.
Scrivere questo genere di racconti è da considerare una vera e propria palestra.
Ancora mi sento dire “Invece di stare a scrivere storielle ‘riprese’ da altri, perché non crei un’opera inedita?”
Perché non dai retta a queste persone, Viola?
Bellissima domanda, per la quale ho già pronta la risposta: perché NO.
Effettivamente perché non credo si possa cominciare così una possibile carriera di scrittrice di nuovi pilastri della narrativa. Molti cominciano proprio a “provare” a farlo, creandosi milioni di castelli in aria che crollano non appena vedono il loro manoscritto che, sulla piattaforma Kindle, non viene considerato o recensito male.
E grazie! –non voglio diventare volgare aggiungendo altro.
Questi soggetti muniti di scienza infusa, che tanto disprezzano chi inizia scrivendo i “raccontini da fan”, avranno mai provato almeno a pensare di scarabocchiare una favoletta della serie “C’era una volta tanto tempo fa…”, ispirandosi a qualcosa di già visto, o scritto? Quanti di questi intelligentoni credevano che bastasse un pochino di fantasia per scrivere una saga letteraria alla pari di Harry Potter, così, alla prima botta di fortuna?
Che la Rowling è un genio, lo sapevamo; e sono convinta che non è l’unica. Prendete G.R.R. Martin oppure Terry Brooks. Prendete molti di quelli che pubblicano sul sito EFP, che sanno scrivere davvero bene.
Alcuni si inventano anche storie di sana pianta, senza prendere spunti o personaggi, altri creano legami fra mondi della letteratura, dei film e delle serie tv.
Ma chi sono questi che scrivono le fanfictions? Sono bambocci in preda alla mitomania?
No… sono persone. PERSONE. Mettono in gioco la propria creatività sul terreno minato, instabile, libero, aperto ed erto che è internet.
Non mi avvalgo di studi scientifici portati avanti da Harvard o Oxford, Cambridge o dove vi pare, ma ho le mie buonissime ragioni di credere che tutti noi, in un periodo relativamente lungo della nostra vita, ci siamo visti in un fandom, sarebbe a dire in un ambito che ci ha colpito, oppure al fianco di un personaggio reale o inventato che ci ha fatto emozionare così tanto da desiderare di essere lui, o come lui, o ancor meglio di lui. È fisiologico. Siamo attratti dai modelli che sentiamo affini, da ciò che vorremmo diventare, perciò la nostra immaginazione ci proietta nell’ideale, un ideale che varia da individuo a individuo.
Non dico che queste motivazioni siano completamente campate per aria: da che mondo è mondo chi ha una passione oppure un punto di riferimento scatena la propria fantasia intorno a essa, e se poi si ha la predisposizione – o si crede di averla, anzi peggio ancora, ne è convinto, in modo anche ridicolo – per la scrittura trasporre l’immaginario su una pagina di Word è un passo rapidissimo.
Alzo le mani e ammetto: il fanwriting non è tutto rose e fiori.
Basta farsi un giro su EFP per rendersene conto, spulciare nelle sezioni di Justin Bieber, degli 1 Direction, dei 5 Seconds of Summer, ma anche in quelle di Twilight, di Harry Potter (soltanto per citare esempi che tutti conoscono) e troverete semplicemente parole unite alla meglio senza una particolare coerenza, e che non racconteranno niente di nuovo. E a volte neanche niente di bello.
Però, c’è un però. Nel web, come nella vita, bisogna sempre tener conto di una grande regola di vita: mai, mai e poi mai generalizzare. Mai nella vita.
A meno che la scelta di farlo sia supportata da una motivazione, e bisogna pur argomentarla.
Io sono convinta che se Tolkien avesse vissuto ai giorni nostri riterrebbe valido questo tipo di esercizio di scrittura. A scanso di equivoci, voglio portare tutti a riflettere su un’altra cosa. Non la farò tanto lunga…
Perché hai parlato di palestra? Sei seria, o totalmente uscita di senno?
Risposta: certo che sono seria.
Quanti di voi praticano qualche sport, o fanno ginnastica in casa? Quando – e se – andate a lezione di danza, c’è sempre un momento antecedente all'impostazione di una coreografia o al ripasso di questa.
I calciatori cominciano per caso il loro allenamento solo con la partita di prova?
No. Riscaldamento muscolare, vari esercizi in cui danno calci alla palla, esperimenti di alcune tecniche strategiche per fare goal, ripasso degli schemi di una partita cruciale… devo andare avanti?
Ogni tipo di attività sportiva, per svolgere la sua basilare funzione di mantenere in forma, non abbisogna di essere frequentata strenuamente fino all'esaurimento delle forze, ma essere praticata in modo costante e continuativo, al fine di abituare se stessi all'esercizio.
Scrivere si costruisce sul medesimo principio: allenamento. Per far sì che tutto vada secondo uno schema ben preciso e personale è fondamentale l’autogestione: per farvi un esempio in proposito sui siti delle fanfictions si pubblicano i vari capitoli a cadenze che è il fanwriter a decidere.
Si impara a:
dare priorità alle cose che vi interessano davvero;
a riservare alla stesura il giusto momento della giornata;
a organizzare al meglio le idee per non essere dispersivi quando si è di fronte alla pagina bianca;